Il tumor­e della mammella è il più diffuso tra quelli che interessano il sesso femminile coinvolgendo circa il 30% delle donne con particolare prevalenza nei paesi con elevato standard socio-economico.

La grande diffusione dei programmi di diagnosi precoce (screening), unitamente ai progressi in ambito terapeutico, ha aumentato notevolmente il tasso di sopravvivenza sia a 5 che a 10 anni dopo la diagnosi. Nella nostra regione Emilia Romagna vantiamo un tasso di sopravvivenza dell’88.9%.

L’eziologia del tumore della mammella è multifattoriale, implicando sia fattori genetici che ormonali ed ambientali.

In particolare i dati sinora disponibili, emersi da importanti studi multicentrici, rinforzano l’ipotesi che la nutrizione e lo stile di vita possano giocare un ruolo decisivo nella riduzione del rischio oncologico e nel rischio di recidiva di malattia, confermando l’importanza della dieta come STRUMENTO fondamentale per affrontare il cancro.

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), la cui missione è di promuovere la prevenzione primaria dei tumori attraverso la ricerca e la conoscenza delle loro cause, in associazione con l’Istituto Americano per la Ricerca sul Cancro (AIRC) realizza ciclicamente un’opera di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori. L’ultima revisione risale al 2018 e da questo grande lavoro, condiviso dalle maggiori società scientifiche in materia, è emerso un vero e proprio pacchetto di comportamenti salutari che, se seguiti nel loro insieme, promuoverebbero un modello favorevole alla prevenzione del cancro. Tali norme salutari vanno esportate anche in fase di prevenzione terziaria, per contrastare cioè la possibilità di recidive, puntando l’attenzione sulle variabili MODIFICABILI potenzialmente coinvolte nel rischio di sviluppare neoplasia mammaria. 

  • Mantenere un peso ottimale
  • Essere attivi fisicamente
  • Avere una dieta ricca di cereali integrali, frutta , verdura, legumi
  • Ridurre il consumo di carne rossa
  • Ridurre consumo di cibi ricchi di grassi e amidi
  • Limitare il consumo di zuccheri e bevande dolci
  • Limitare il consumo di alcool
  • Allattare al seno
  • E’ dimostrato che il SOVRAPPESO è il fattore maggiormente associato all’aumentato rischio di cancro. Le persone in eccesso ponderale si ammalano di più di tumore della mammella, ma anche dell’endometrio, del rene, dell’esofago, dell’intestino, del pancreas, della colecisti, dell’ovaio. E’ fondamentale pertanto mantenersi in un PESO OTTIMALE per tutta la vita (evitando i cibi che favoriscono l’obesità come cibi grassi, zuccherati, cibi del fast-food).

Anche le persone magre, se hanno la pancia, hanno un maggiore rischio di ammalarsi di malattie croniche, compreso il cancro.

La circonferenza ombelicale dovrebbe mantenersi per la donna tra gli 80 e gli 88 cm, per l’uomo tra i 94 e i 102 cm.

La RESTRIZIONE CALORICA, quando necessaria, migliora non solo il peso e la circonferenza ombelicale ma anche i vari parametri metabolici di rischio cardio-vascolare e neoplastico. Osservazione questa molto importante se si pensa che un’elevata percentuale delle donne che si ammalano di tumore al seno presenta la Sindrome Metabolica, un insieme di fattori di rischio che aumentano il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, tumorali, diabete altre patologie cornico-degenerative e la cui presenza è influenzata dal nostro modo di mangiare e dal livello di attività fisica.

Si fa diagnosi di Sindrome Metabolica quando sono presenti almeno 3 di questi 5 fattori di rischio: obesità addominale, pressione arteriosa elevata, bassi livelli di colesterolo HDL, elevati livelli di glicemia e di trigliceridi.

Le donne con Sindrome Metabolica hanno anche un aumentato rischio di recidive e di metastasi rispetto alle donne senza Sindrome Metabolica , quindi una prognosi peggiore.

  • La vita sedentaria è un’importante causa di obesità, ma gli studi epidemiologici hanno anche evidenziato chiaramente che le persone sedentarie si ammalano di più di cancro alla mammella, all’endometrio, all’intestino. Il rischio di ammalarsi è invece ridotto del 3% per un impegno settimanale pari a un’ora di camminata veloce e del 10% per mezz’ora al giorno. Tale protezione si estende anche a chi ha già avuto un carcinoma mammario. Le persone che si ammalano, se fanno esercizio fisico, hanno comunque una prognosi migliore.

La raccomandazione quindi è quella di mantenere uno stile di vita attivo:

scendere prima dall’autobus, parcheggiare lontano dal lavoro, andare a piedi il più spesso possibile, utilizzare il contapassi per raggiungere la soglia consigliata dall’OMS di 10000 passi al giorno, utilizzare le scale quando possibile evitando l’ascensore.

Oltre a ciò impegnarsi a camminare a passo svelto per almeno 30’ al giorno. L’intensità giusta è quella che permette di continuare a parlare senza eccessivo affanno. Una volta migliorato il livello di allenamento si può aumentare il tempo fino a 45-60 minuti al giorno.

Grazie all’attività fisica è possibile controllare anche il peso corporeo, perciò essa protegge indirettamente anche da tutti i tumori causati da condizioni di sovrappeso e obesità, nonché dalle patologie cardiovascolari

  • Aumentare il consumo di frutta, di verdura, di legumi e di cereali integrali. Il modello mediterraneo, adeguatamente applicato, garantisce la copertura dei fabbisogni di fibra, di vitamine, di minerali e di antiossidanti che tanto sono importanti in ambito di prevenzione oncologica.

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA C: pomodori, peperoni, agrumi, kiwi, ananas, radicchio, lattuga, patate, fragole, prezzemolo, zenzero, frutti di bosco, spinaci, ciliegie, cipolla

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA E: frutta a guscio, cereali integrali, uova, spinaci, broccoli, asparagi, ceci, pomodoro, oli vegetali, olio di germe di grano, olio di oliva.

ALIMENTI RICCHI DI BETA CAROTENE: broccoli, carote, zucca, peperoni, piselli, melone, albicocche.

ALIMENTI RICCHI DI OMEGA 3: legumi, verdure a foglia verde, cavolfiore, noci, olio di semi di lino, pesce azzurro, salmone, alghe

ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA D: fegato, pesci grassi, gamberi, ostriche, formaggi grassi, burro, tuorlo d’uovo, cioccolato nero. L’aumento dei livelli di vitamina D nei soggetti che svolgono attività fisica all’aperto sembrerebbero implicati in una riduzione del rischio di insorgenza di cancro.

  • Limitare il consumo di carne rossa (carne bovina, ovina e suina) sia fresca che

conservata con trattamenti di affumicatura, conciatura, salatura o con l’aggiunta di conservanti (nitriti e nitrati). Le linee guida sia nazionali che internazionali stimano come sicuro un apporto medio di circa 500 g di carne rossa la settimana. Un consumo superiore può aumentare il rischio di sviluppo di cancro, in particolare al colon-retto. 

  • Ridurre consumo di cibi ricchi di grassi e amidi, come i cibi da fast-food (panini, wurstel, patatine fritte, hamburgher con pancetta e formaggi, salse) e gli alimenti ricchi di grassi saturi e zuccheri (dolciumi, merendine, creme di cioccolata). Questi alimenti favoriscono l’accumulo del tessuto adiposo predisponendo al sovrappeso e all’ obesità che, come detto, avrebbero un legame con lo sviluppo di malattie oncologiche.
  • Limitare il consumo di zuccheri e di bevande dolci come succhi di frutta, bibite gassate, barrette di cioccolata, the freddo, caramelle, dolciumi. Tali alimenti incidono pesantemente sull’eccesso di peso corporeo e sulle patologie oncologiche associate avendo un’elevata densità calorica ed uno scarso potere saziante.
  • Limitare il consumo di alcool. Le linee guida raccomandano di limitare il consumo di alcool ad una unità al giorno per le donne e a due unità al giorno per l’uomo (1 unità corrisponde a un bicchiere di vino, una lattina, un bicchiere di aperitivo, un bicchierino di superalcolico). Consumare alcool in eccesso aumenta il rischio di sviluppare malattie oncologiche in quanto l’etanolo viene metabolizzato nel fegato e trasformato in acetaldeide, molecola con un ruolo molto importante nel processo neoplastico. Molte ricerche inoltre evidenziano come il consumo di alcol sia associato alla abitudine tabagica, aumentandone gli effetti negativi.
  • Allattare al seno. L’allattamento avrebbe un effetto protettivo sull’insorgenza di tumore al seno oltre che effetti benefici sul bambino. Pertanto l’allattamento al seno esclusivo va sempre incoraggiato, almeno per i primi 6 mesi di vita del bambino.

Prendendo ispirazione da questi dati, nell’ottobre del 2019, da una collaborazione tra la Chirurgia Senologica, il DH Oncologico, il Servizio di Nutrizione Clinica, l’Unità di Malattie Cardiovascolari nella donna e la Psicologia Clinica del Policlinico di Modena, è nato un progetto di Educazione Alimentare e all’Esercizio Fisico dedicato a piccoli gruppi di donne sopravvissute al tumore al seno. Tale progetto si snoda in una prima serie di incontri frontali con i vari specialisti coinvolti ed in un follow-up della durata di 5 anni allo scopo di valutare il grado di adesione alle raccomandazioni sullo stile di vita (alimentazione e esercizio fisico) e le variazioni sul peso, sulla circonferenza ombelicale e sugli esami ematochimici di interesse metabolico prima e dopo l’intervento educativo. 

 

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Dott.ssa Silvia Galetti
Specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Modena

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