La celiachia è una malattia su base genetica che distrugge la mucosa dell’intestino tenue determinando malassorbimento e malnutrizione. La malattia è causata da una reazione alla gliadina (una proteina del glutine) contenuta nel grano ed in altri cereali comuni come l’orzo e la segale. L’esposizione alla gliadina determina una reazione infiammatoria autoimmune che porta ad una progressiva riduzione dei villi intestinali che ricoprono la superficie assorbente dell’intestino tenue, fino alla loro completa atrofia. Naturalmente ciò compromette l’assorbimento delle sostanze nutritive.

Nelle forme tipiche la sintomatologia si manifesta con diarrea cronica, feci contenenti grassi (steatorrea), dolore addominale, crampi, distensione addominale, calo ponderale, ritardo di accrescimento staturale o scarso accrescimento ponderale nei bambini.

Sempre più frequentemente la celiachia si manifesta non solo in età infantile e adolescenziale, ma anche in età adulta, con sintomi aspecifici che rendono spesso difficile la diagnosi (stanchezza, anemia, dermatiti, disfunzioni della tiroide, aborti ricorrenti, sintomi neurologici e psichiatrici, malattie autoimmuni, diabete, dolori ossei).

La diagnosi si basa su specifici test ematici (dosaggio degli anticorpi anti-endomisio, anti-transglutaminasi e anti-gliadina), sull’esecuzione del breath test al sorbitolo (si esegue somministrando 5 gr di sorbitolo e poi misurando la concentrazione di idrogeno nell’aria espirata. Se aumenta significa che c’è un malassorbimento intestinale e che la flora batterica ha fermentato il sorbitolo producendo appunto gas intestinali) ed infine sull’ esame citologico da biopsia del duodeno tramite esofagogastroduodenoscopia. Quest’ultimo esame è invasivo ma è quello più dirimente dal punto di vista diagnostico. Può essere utile inoltre dosare nel sangue i livelli di ferro, vitamina B12, vitamina D, calcio, albumina, emoglobina e acido folico il cui valore può risultare compromesso dalla malattia.

 La terapia dietetica si basa sulla totale, persistente e rigorosa eliminazione dalla dieta dei cereali contenenti glutine (grano, orzo, segale, frumento, farro, bulgur, kamut, avena) e degli alimenti contenenti glutine (zuppe e minestre, verdure o carni impanate, torte, dolciumi, pasticcini, birra, whisky). Sono invece ben tollerati il mais, il riso, il miglio, il grano saraceno, l’amaranto, la quinoa, il lupino, i legumi , le patate, la frutta, la verdura, la carne, il pesce, le uova. Poiché l’enzima lattasi, deputato alla digestione del lattosio, si trova nei villi intestinali che vengono colpiti dalla malattia, spesso i pazienti celiaci manifestano difficoltà nella digestione del latte e dei suoi derivati con conseguente mal di pancia, gonfiore addominale, crampi e diarrea.

La stretta aderenza alla dieta permette, nella maggior parte dei casi, la risoluzione di tutti i sintomi. Viene generalmente consigliata una visita dietologica specialistica per assicurarsi che il paziente sia a conoscenza degli alimenti sconsigliati e di quelli permessi e che segua comunque una dieta equilibrata malgrado le limitazioni.

Attenzione va posta anche all’assunzione di farmaci e di integratori, anche se ormai l’industria farmaceutica negli ultimi anni ha riposto particolare attenzione alla esclusione del glutine dai prodotti in commercio.

Prenota una visita

Dott.ssa Silvia Galetti
Specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Modena

Per prenotare si può chiamare lo 059.919.9900
attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 18.00,
sabato dalle 8.00 alle 13.00,
o lo 059.422.5402 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 16.00.

In alternativa si può prenotare online sul sito dell’Azienda
o via mail scrivendo a silvia.galetti@unimore.it