Si realizza quando l’organismo produce anticorpi della classe IgE in risposta a specifici allergeni contenuti in un alimento. I sintomi sono dovuti al rilascio da parte dell’organismo di mediatori chimici (esempio istamina). Le manifestazioni cliniche più comuni sono formicolio o prurito alla bocca, orticaria, prurito o eczema, gonfiore delle labbra, del viso, della lingua, della gola o di altre parti del corpo, difficoltà respiratorie, diarrea, dolore addominale, nausea vomito, vertigini, senso di stordimento. Nei casi più gravi si può arrivare ad una reazione allergica sistemica e grave fino allo shock anafilattico.

Gli alimenti che più facilmente inducono allergie sono: latte, uova, pesce, crostacei, arachidi, noci, pinoli, sesamo, nocciole, soia, frutta esotica, mela, kiwi, banana, miele, cioccolata, additivi alimentari presenti in prodotti preconfezionati quali ad esempio sughi pronti, patatine, ketchup, dadi.

La terapia dietetica è molto importante e prevede tre fondamentali indicazioni:

-dieta di eliminazione dell’alimento sospetto e dei componenti alimentari che risultino strettamente correlati all ‘alimento responsabile (cross-reazioni) sulla base di indicazioni anamnestiche e di test cutanei e sierologici (Prick test, Rast test, Prick by prick) per almeno 3-4 settimane. In linea generale bisogna evitare diete troppo restrittive informando il paziente della necessità di informare il medico tempestivamente di ogni reazione sospetta. Nonostante la dieta di eliminazione dovranno essere rispettati i fabbisogni calorico-proteici del paziente in base all’età, allo stato nutrizionale e ad eventuali patologie concomitanti.

-dieta ipoallergenica. Si basa sull’assunzione di pochi alimenti (riso, tacchino, the, pera, lattuga, acqua, zucchero) per un periodo di 7-10 giorni, durante i quali i sintomi dovrebbero regredire. Si procede quindi alla graduale reintroduzione dell’ alimento o degli alimenti sospetti. In base al ripresentarsi dei sintomi i “nuovi” alimenti verranno mantenuti nella dieta o di nuovo esclusi, anche per lunghi periodi, fino al raggiungimento della “tolleranza”.

-dieta elementare, composta da miscele nutrizionali a base di amminoacidi di sintesi, grassi a catena media (MCT), oli ricchi di grassi essenziali, maltodestrine, vitamine e minerali. Viene usata in casi di intolleranza multipla alimentare ma a causa della cattivo sapore si somministra tramite sondino naso-gastrico, su casi selezionati particolarmente gravi ed in ambiente ospedaliero.

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Dott.ssa Silvia Galetti
Specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Modena

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