Il “well-aging”, ovvero l’invecchiamento funzionale col mantenimento ottimale delle funzioni fisiche, psichiche e relazionali, implica un impegno costante su diversi fronti come stile di vita, alimentazione, attività fisica, inquinamento, gestione dello stress, sistema immunitario, eubiosi intestinale.

L’alimentazione scorretta è un grosso stimolo “pro-aging” in senso generale.

Esiste un’ampia letteratura sull’alimentazione anti-aging ed oggi conosciamo in modo abbastanza chiaro quali sono gli alimenti che ci aiutano a vivere più a lungo e soprattutto meglio, considerando che i meccanismi biochimici con cui il cibo agisce sulla nostra salute possono produrre effetti, positivi o negativi, su ogni cellula del corpo.

Anche se non esistono singoli cibi “miracolosi” che ci rendono giovani o ci aiutano a rimanere giovani, esistono stili di vita e abitudini alimentari che ci permettono di limitare i danni indotti dal tempo sul nostro organismo. Purtroppo le abitudini di vita tipiche del mondo occidentale, caratterizzate da un eccesso di cibi ipercalorici, raffinati, precotti associati ad una sempre più diffusa sedentarietà, svolgono un ruolo di “accelleratore” del processo di invecchiamento.

Alcuni alimenti hanno un impatto importante sulla nostra estetica in quanto danneggiano in modo specifico la pelle. Uno dei meccanismi con cui gli alimenti possono accellerare l’invecchiamento della pelle è quello della glicazione, un fenomeno che avviene quando gli zuccheri si legano alle proteine “caramellizzandole” e danneggiandole sia dal punto di vista strutturale che funzionale. Questo processo di glicazione crea delle vere e proprie tossine, chiamate AGE (advanced glycation end-product) che, nel caso della pelle, ne compromettono l’elasticità e il tono interferendo con la funzione del collagene e dell’elastina.

Le ricerche indicano che per invecchiare bene dovremmo accumulare meno di 1 milione di AGE al giorno (alcuni esempi 100 gr di pasta= 400.000, carne alla brace=700.000, frittura=950.000) quindi per tenere bassi gli AGE occorre puntare su cibi genuini, poveri di zuccheri e cucinati nel modo meno aggressivo possibile.

Ecco allora alcuni semplici principi da seguire per impostare un’alimentazione sana ed efficace nel rallentare il processo di invecchiamento.

1 Sicuramente è opportuno ridurre l’apporto di calorie, soprattutto se il peso non è ottimale, scegliendo cibi ipocalorici e semplici così come anche è importante ridurre il carico glicemico limitando gli alimenti ricchi di zuccheri semplici a favore dei carboidrati complessi, meglio se integrali, per contrastare l’aumento della glicemia.

2 Ridurre se necessario il consumo di grassi nocivi, ovvero dei grassi saturi dannosi per cuore e arterie, presenti in particolar modo nelle carni grasse, nei salumi, negli insaccati, nei cibi fritti, nei cibi “spazzatura” privilegiando i grassi sani come l’olio di oliva EV e i grassi polinsaturi omega-3 presenti per esempio nel pesce e nella frutta secca.

3 Preferire le proteine “magre” presenti nel pesce, nelle carni di taglio magro, prevalentemente bianche, nei formaggi freschi, nelle uova avendo cura di utilizzare formaggi, uova e salumi come speck o bresaola non più di una volta alla settimana ciascuno.

4 Non trascurare mai un abbondante consumo di verdura fresca che dovrebbe avere una parte “centrale” nella alimentazione e non essere considerata semplicemente un “contorno” per il suo fondamentale apporto in fibra, vitamine, minerali e fitonutrienti.

5 Usare metodi di cottura non aggressivi in quanto cotture errate, soprattutto ad elevate temperature, portano alla formazione di molecole tossiche che possono interferire con lo stato di salute, sommandosi in modo sinergico alle molecole tossiche generate dal fumo e dall’assunzione di alcool, che andrebbero pertanto evitati o comunque ridotti.

6 Avvalersi di un’ integrazione alimentare, mirata ed evoluta, facendosi guidare dal medico per fare le scelte più appropriate.

Per quanto, come detto, non esistano dei cibi “miracolosi” per mantenere la giovinezza un breve cenno meritano i cosiddetti Superfoods.

Malgrado i supposti effetti benefici sulla salute non siano supportati da rigorose prove scientifiche e l’Unione Europea abbia deciso di eliminare questo termine dall’elenco dei claim consentiti, è innegabile che ci siano alimenti di origine vegetale ad elevatissimo contenuto di antiossidanti, di proteine, di omega 3, di minerali, di vitamine, di fitonutrienti e di nutraceutici ai quali sono attribuiti effetti protettivi.

 

-broccoli, cavolfiore, cavolo nero, cavolo riccio (kale), spinaci (istiocianati, vitamine, antiossidanti)

-mirtilli (antiossidanti)

-cacao (flavonoidi)

-quinoa (proteine, vitamine, minerali)

-rape rosse (betaina)

-avocado (acidi grassi polinsaturi)

-melagrana (antiossidante)

-acai, bacche dell’Amazzonia (antiossidanti)

-bacche di Goji, originarie delle steppe asiatiche (Vitamina C)

-semi di chia, originari del Messico (fibre, proteine e omega 3)

-alga spirulina (proteine, composto simile alla Vitamina B12)

-maca, pianta delle Ande

-the verde (antiossidante, catechine)

-curcuma (curcumina)

-zenzero (antiossidante)

sono solo un piccolo campionario flessibile a cui si possono aggiungere, in base alle “mode” alimentari, molti altri alimenti come pomodori, peperoni, aglio, cipolla, lenticchie, sardine, salmone, yoghurt, kefir, edamame, tofu, semi di canapa.

Sicuramente un consumo di questi alimenti non può nuocere alla salute, tenendo ben presente però che sarà il complesso delle scelte, alimentari e non, ad incidere sulla qualità della nostra vita e sulla nostra “bellezza”.

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Dott.ssa Silvia Galetti
Specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Modena

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