La cellulite è un temuto problema estetico che colpisce molte donne idipendentemente dal loro peso corporeo. Può interessare infatti donne magre e viceversa donne obese possono non esserne affette.

Spesso presenta un carattere familiare e compare generalmente dopo la pubertà, con accentuazione e peggioramento durante il ciclo mestruale, in corso di terapie contraccettive o sostitutive e in gravidanza a causa delle “tempeste” ormonali che caratterizzano questi periodi. Nella patogenesi della cellulite un ruolo di primaria importanza giocano infatti gli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, che favoriscono una maggiore ritenzione di liquidi e determinano la cosiddetta distribuzione ginoide del tessuto adiposo periferico, ovvero il deposito di grasso in particolari zone del corpo (fianchi, glutei, cosce, ginocchia) con conseguente ritenzione idrica e alterata microcircolazione.

La cellulite quindi non è solo uno spiacevole inestetismo, ma è una vera e propria malattia (tecnicamente chiamata lipodistrofia distrettuale) da non confondere col semplice aumento del pannicolo adiposo in alcune zone del corpo. Nella cellulite infatti si manifestano delle vere e proprie alterazioni del tessuto connettivo sottocutaneo secondarie a squilibri ormonali, ad aggressioni tossiche, traumatiche o infettive che portano ad una alterazione della circolazione. 

Nelle parti colpite infatti diventa difficile la circolazione del sangue nei capillari, i tessuti di conseguenza non vengono nutriti bene ed il rallentamento della circolazione provoca ristagno locale di liquidi e di tossine.

Da qui la comparsa di edema, di noduli talvolta dolenti al tatto, di ispessimenti fibrotici che, a seconda dello stadio evolutivo, conferiscono alla pelle il caratteristico aspetto a buccia d’arancia o a materasso.

Una corretta alimentazione sarà molto utile, oltre che per favorire l’eventuale perdita di eccesso ponderale, anche per accellerare lo smaltimento delle tossine accumulate, che sono una delle principali cause della cellulite.

Le regole fondamentali per affrontare efficacemente questo fastidioso inestetismo non richiedono eccessivi sacrifici e possono migliorare il nostro stile di vita già in poche settimane. 

1 Bere almeno 2 litri di acqua al giorno privilegiando il consumo di acqua minerale naturale a residuo fisso basso e di tisane senza zuccheri aggiunti (2,5 litri nei periodi più caldi).

2 Svolgere un’attività fisica regolare prolungata per almeno 30-45 minuti al giorno, come per esempio una passeggiata a passo sostenuto o un giro in bicicletta

3 Ridurre il consumo del sale a tavola e durante la preparazione dei pasti, limitando anche il consumo degli alimenti che ne contengono quantità eccessive come i salumi, i formaggi, i piatti pronti e i prodotti in scatola. Per insaporire le preparazioni si consiglia l’utilizzo di erbe aromatiche, spezie e succo di limone.

4 Ridurre il consumo dello zucchero e degli alimenti che lo contengono (dolci, gelati, bibite zuccherate, caramelle, creme spalmabili al cioccolato). Per dolcificare, se proprio non se ne può fare a meno, preferire quantità modeste di miele oppure ricorrere ad un dolcificante, meglio se naturale come per esempio a base di Stevia.

5 Aumentare il consumo di verdura e di frutta. Le fibre, i sali minerali e le vitamine presenti nelle verdure fresche, abbinate ai grassi “buoni” dell’olio d’oliva , riducono i depositi di liquidi, garantiscono una buona funzionalità intestinale e contrastano l’attacco dei radicali liberi che producono tossine. Si consiglia di consumare almeno due abbondanti porzioni di verdura al giorno. La frutta è altrettanto fondamentale sia per l’apporto di fibra che di vitamine. Si consiglia di non superare la quantità di 2-3 frutti al giorno visto l’apporto in zuccheri e di sceglierli sempre in base alla stagionalità.

6 Consumare almeno una volta al giorno una porzione di yogurt/latte ed una di cereali integrali (tipo pasta integrale, riso integrale, fette biscottate integrali, pane integrale)

7 Aumentare il consumo di pesce, evitando molluschi e crostacei, e privilegiare il consumo di carne bianca utilizzando metodi di cottura leggeri come la cottura al sale, alla piastra o al vapore.

8 Non consumare alcolici

Anche errate abitudini di vita come il fumo di sigaretta, l’utilizzo di indumenti troppo attillati o di scarpe con tacco troppo alto possono influenzare la circolazione venosa delle gambe ed avere un ruolo nella patogenesi del disturbo.

 

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Dott.ssa Silvia Galetti
Specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Modena

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