I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono dei quadri clinici che si esprimono attraverso un’alterazione del fisiologico comportamento alimentare, che può andare da una smodata assunzione di cibo nella Bulimia Nervosa fino alla più rigida restrizione calorica nell’ Anoressia Nervosa. Tali disturbi interessano prevalentemente il mondo occidentale ed il sesso femminile, in particolare nell’adolescenza e nell’età giovanile. L’esordio si colloca per lo più tra i 10 e i 30 anni anche se possono riscontrarsi forme tardive (30-40 anni) o molto precoci (infanzia-preadolescenza).

L’Anoressia Nervosa è caratterizzata da un grave decremento ponderale dovuto alla scomparsa pressochè totale della massa adiposa generata dal rifiuto di mantenere il peso corporeo al livello minimo normale per l’età, altezza e sesso. E’ accompagnata da una intensa paura di ingrassare malgrado il sottopeso, da una distorta percezione della propria immagine corporea, da amenorrea. Può essere di tipo restrittivo (grave denutrizione) o con connotazione di tipo bulimico, con vomito autoindotto e abuso di lassativi (grave denutrizione con associato grave squilibrio idro-elettrolitico e gravi ripercussioni a livello dell’apparato cardio-circolatorio, dell’esofago, dello stomaco e del   cavo orale).

Stesso quadro si riflette nella Bulimia Nervosa Purging in cui dopo le “abbuffate” vengono messi in atto meccanismi di compensazione (vomito autoindotto , lassativi, enteroclismi, esercizio fisico eccessivo, digiuno)

Esistono infine disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (DANAS), caratterizzati da episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata che non risultano associati con l’utilizzo sistematico di meccanismi compensatori inappropriati e non sono ascrivibili nell’ambito della Anoressia Nervosa o della Bulimia.

I DCA possono essere trattati, in base alla gravità, ambulatorialmente, con Day Hospital o con ricovero presso strutture protette. In ogni caso è necessario, vista l’interazione di fattori individuali e ambientali, un approccio integrato medico-psichiatrico che consente una diagnosi e una terapia più mirata. In tale contesto va anche proposta la terapia dietetica che avrà una funzione “riabilitativa” sia nutrizionale che comportamentale. La terapia dietetica infatti nei pazienti con DCA non si limita solo al raggiungimento della dieta bilanciata, ma mira ad una graduale modifica del comportamento alimentare.

Nella ANORESSIA NERVOSA l’intervento nutrizionale, che presuppone incontri periodici tra medico, dietista e paziente, si pone come obiettivi primari l’arresto della perdita del peso, il graduale recupero ponderale, la correzione delle conseguenze biochimiche della malnutrizione, l’assunzione di un atteggiamento accettabile nei confronti del cibo e della propria immagine corporea e il recupero della capacità di rispondere normalmente agli stimoli di fame o sazietà. Nella pratica si suggerisce di iniziare con un apporto di 20-25 Kcalorie/Kg di peso attuale/die nell’ambito di una dieta moderatamente iperproteica, ipolipidica e normoglucidica, con un buon contenuto in fibra. La quota calorica andrà aumentata lentamente finchè non sarà adeguata e potrà essere eventualmente supplementata con integratori. La nutrizione artificiale va riservata ai casi più gravi (peso <al 65% del peso ideale) che non dimostrino capacità di miglioramento con la dieta per bocca. La Nutrizione Artificiale va attuata in modo graduale e deve essere accompagnata da attento controllo degli elettroliti (in particolare fosfatemia) per evitare la comparsa della temibile Sindrome da Refeeding.

Nella BULIMIA NERVOSA il primo punto della riabilitazione nutrizionale è aiutare il paziente a pianificare i pasti in modo da evitare episodi di restrizione dietetica che conducono a loro volta ad abbuffate e a conseguenti comportamenti compensatori. Un adeguato intake alimentare può quindi prevenire comportamenti alimentari anomali come il “Craving” o lo Sweet eater” o il “Nibbling” che sono legati al mangiare in modo selettivo carboidrati o zuccheri semplici o allo spiluccare cibo durante tutta la giornata saltando i pasti principali.

SINDROME DA REEFEDING

Tale sindrome si riferisce alle possibili complicanze dovute ad una eccessiva e troppo rapida rialimentazione in pazienti gravemente denutriti ed in condizioni cliniche critiche. In particolare la somministrazione di glucosio, senza un adeguato substrato di ioni intracellulari, in particolare fosforo e potassio, può portare a crisi di ipofosfatemia e ipopotassiemia che possono anche esitare nel decesso per acidosi metabolica, scompenso cardiaco, coma e citolisi epatica.

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Dott.ssa Silvia Galetti
Specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Modena

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