L’invecchiamento della popolazione che, in alcuni paesi come l’ Italia è particolarmente rilevante sia per entità che per rapida evoluzione, rappresenta secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità un indicatore di successo dei Sistemi Sanitari e di Welfare, ma al tempo stesso rappresenta una sfida di ordine sociale, culturale ed economico.

Si rende necessaria cioè una nuova cultura dellanziano dove l’anziano non è solo da intendersi come «target» passivo di provvedimenti di carattere assistenziale ma come soggetto attivamente coinvolto all’adozione di abitudini sane in un’ ottica di miglioramento della qualità della vita, ritardando così l’ingresso nella fase di cronicità e di «fragilità».

In Italia gli ultrasessantacinquenni sono all’incirca il 35% della popolazione generale. Per conciliare l’aumento della vita media con una buona qualità della vita stessa, è importante fare prevenzione basandosi sui provati vantaggi che derivano alla salute dalla adozione di un corretto stile di vita caratterizzato principalmente da una sana alimentazione e da un’ attività fisica quotidiana e moderata

Il Ministero della Salute, in una recente revisione delle linee guida sulla sana alimentazione per la Popolazione, sottolinea il RUOLO PROTETTIVO di corrette abitudini alimentari sull’incidenza di gravi malattie cronico-degenerative (cardiovascolari, neoplasie, demenza) legate all’età.

Numerosi sono i fattori che possono peggiorare l’alimentazione, e quindi lo stato nutrizionale, in questa fase della vita: solitudine, vedovanza, basso reddito, invalidità, patologie croniche, problemi gastrointestinali, depressione, difficoltà alla masticazione, uso di farmaci che possono interferire con l’assorbimento di vitamine e sali minerali, disidratazione per ridotto senso della sete o assunzione di diuretici.

Particolarmente a rischio è la percentuale non piccola di persone anziane che ha difficoltà (pratiche ed economiche) nell’acquisto e nella preparazione degli alimenti, con il rischio di un’alimentazione monotona e carente di nutrienti essenziali.

Quindi particolare attenzione deve essere posta alla alimentazione dell’anziano che deve garantire, ispirandosi alla Dieta Mediterranea, un’ adeguata assunzione di calorie, di proteine, di calcio, di vitamine (soprattutto D, B12, B6), di fibra, di acqua, di antiossidanti per contrastare la perdita di peso (o l’obesità), la perdita di massa muscolare, l’aumentato rischio di fratture, la stipsi, il diabete, le dislipidemie, l’ipertensione e il deterioramento funzionale e cognitivo.

Nell’anziano sano non c’è indicazione ad eliminare particolari alimenti, ma solo quella di adeguare le porzioni e le scelte alla situazione personale. Generalmente gli anziani, specie se vivono soli, tendono a dare preferenza agli zuccheri raffinati (biscotti, dolciumi, caramelle) e agli alimenti pronti e di facile consumo come salumi, formaggi ricchi di grassi saturi e sale che favoriscono l’ insorgenza o l’aggravarsi dell’ ipertensione. In generale è bene che l’anziano controlli il proprio peso, vari le scelte alimentari, frazioni in più pasti e spuntini la dieta per facilitare la digestione, beva frequentemente acqua.

Nella pratica:

– evitare il frequente consumo di piatti freddi e precotti

– scegliere spesso pesce o carne bianca alternandoli con formaggi stagionati tipo parmigiano, prosciutto crudo dolce e uova (ricche di B12 e ferro).

– consumare ogni giorno latte e yoghurt parzialmente scremato, meglio se fresco.

– ridurre gli zuccheri semplici (caramelle, dolciumi, bibite zuccherate), privilegiando invece il consumo di carboidrati complessi come riso, pasta, polenta, patate lessate, legumi

– consumare ogni giorno frutta e verdura fresca rispettando la stagionalità

– evitare alimenti troppo salati e mettere poco sale nella preparazione dei cibi

– bere acqua durante la giornata

– qualora ci fossero problemi di masticazione adeguare la consistenza della dieta (carne tritata, pane ammorbidito nel latte, frutta grattugiata, verdura cotta, passati di verdura, semolino, pastina di piccolo formato, centrifugati).

– mantenere una discreta attività fisica (camminate, bicicletta, ballo) perché l’esercizio fisico è associato a benessere psichico e ad un minore rischio cardiovascolare, oltre a contrastare il declino muscolare che avviene col progredire dell’età.

Di norma un’ alimentazione corretta è in grado di fornire tutti gli elementi necessari al mantenimento di un buono stato di salute e mette al sicuro dal rischio di carenze nel soggetto sano.

Tuttavia molti studi hanno evidenziato che l’utilizzo di integratori multivitaminiici-multiminerali, sempre più diffuso tra gli anziani, non ha nessuna contoindicazione né effetti avversi.

Questi preparati, a differenza dei singoli integratori, escludono il rischio del «mega-dosaggio» e giocano un ruolo importante nella prevenzione di importanti patologie croniche.

Anche l’utilizzo di Omega 3, per le note azioni sulla memoria, sulle funzioni cognitive, sul sistema immunitario sarebbe da incoraggiare nel paziente anziano, 

Per gli anziani “fragili”, ovvero con frattura del femore, post-chirurgici, con ulcere da decubito, demenza, neoplasie, una integrazione dei micro e macronutrienti che sono maggiormente deficitari in questa fascia di età (Vitamina D, Vitamina B6, Vitamina B9, Vitamina B12, acido folico, selenio, calcio, proteine) si rende invece indispensabile.

 

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Dott.ssa Silvia Galetti
Specialista in Endocrinologia e Scienza dell’Alimentazione a Modena

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